Carissimo padre Livio,
per entrare subito in argomento, vorrei farmi voce di tutti gli ascoltatori della mia Diocesi di Vittorio Veneto, assidui o occasionali, di Radio Maria.
Sento il dovere di ringraziare Dio per il dono che è Radio Maria ai fini dell’evangelizzazione e di esprimere gratitudine fraterna a lei, che ne è l’ispiratore e l’anima fin dalle origini.
Quanto bene stia profondendo in tutto il mondo è ormai un dato scontato. Radio Maria si impone per professionalità, alta qualità degli interventi e attenzione singolare verso categorie di persone alle quali si indirizza in particolare, come sono i più deboli, giovani compresi, e i più esposti all’infermità e alle malattie. Anche mio padre nella sua lunga prolungata infermità trovava in Radio Maria una compagnia autorevole, carica di conforto. Insieme con Radio Pace.
Di conseguenza, non finiremo mai di dire bene di Radio Maria e di benedire Dio per tale regalo, per le benemerenze che ad essa vanno ascritte.
Ciò premesso, senza ombra di adulazione, comprenderà, carissimo padre Livio, il mio disagio nel sentire il dovere di rilevare sostanzialmente due vistosi “nei”, che rischiano di sfregiarne il volto. Lo faccio da fratello di fede nei suoi confronti. E da vescovo nei confronti dei fedeli della mia Diocesi, dal Piave al Livenza, entro i cui confini passano le onde di Radio Maria. Con sofferenza, unita però a lealtà. Con l’intento di fare un servizio anche a Radio Maria, oltre che ai fedeli della mia Diocesi.
Sostanzialmente, i “nei” possono essere così delineati.
Riguardano due figure opposte: satana e Maria.
Per quanto riguarda la prima realtà personale, satana, diavolo, demonio, principe di questo mondo, avrei due osservazioni da proporre. Non c’è dubbio che esista. La sua esistenza fa parte del patrimonio della fede della Chiesa cattolica. Ed è assai peggiore di quanto si ipotizzi. Di fatto è il cervello strategico di tutto il male che c’è nel mondo e dell’opposizione a Dio.
Tuttavia, data la risonanza che la parola annunciata attraverso Radio Maria ha nella mente e nel cuore degli ascoltatori, occorre essere attenti a non dare l’impressione che alla fine il vincitore è lui. Il vincitore rimane sempre Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, sempre all’opera con il dono del suo Spirito. Conviene pertanto imperniare tutti gli interventi, anche di catechesi, proprio su Gesù Cristo. Lui è la bella notizia di cui l’uomo vive. Grazie alla presenza dinamica del suo Spirito. Il riferimento al diavolo, che certo non va bandito, risulta secondario e solo in rapporto alla sconfitta che sta subendo da parte di Colui che ci ha assicurato: “Coraggio, io ho vinto il mondo”. Non conviene parlare troppo di satana. C’è il rischio che se ne faccia propaganda, pur con tutta l’intenzione contraria. La nostra pubblicità conviene riservarla, in esclusiva, al Vangelo.
E, sempre in questo ambito, vorrei fare una precisazione per quanto attiene agli esorcismi e alle “fatture”. Anch’io ho deputato all’esercizio di esorcista quattro presbiteri. Con l’incarico preciso di esercitare tale ministero come ministero dell’ascolto, della consolazione, dell’indirizzo spirituale, dell’invocazione della benedizione di Dio e, in casi da verificarsi con me, procedere alla preghiera di esorcismo. Si tratta, ovviamente di casi rari, cui riservare tanta cura. Non se ne può fare, attraverso qualche voce che si esprime ai microfoni di Radio Maria, un fenomeno di incontrollata espansione, come se in queste persone di fatto il demonio si sia scatenato. Lo scatenamento del demonio ha ben altre aree: le guerre, le ingiustizie, gli egoismi, l’induzione alla prostituzione, la pedofilia, la pornografia, la disgregazione della famiglia, le bestemmie conclamate, la cultura dell’indifferenza, dell’ateismo pratico, dell’arrivismo, della sensualità sfrenata… Per quanto poi attiene alle cosiddette “fatture”: esse mettono scompiglio; gettano sospetti persino su familiari e sposi, contribuendo alla spaccatura del nucleo familiare. Sono idee da sradicare, perché contrarie alla fede genuina della Chiesa. Altro è il capitolo degli effetti di ogni peccato sul Corpo ecclesiale. Su cui è opportuno fare qualche chiarificazione.
E il secondo aspetto problematico. Riguarda Maria, Madre di Cristo, della Chiesa, di ciascuno di noi. Non c’è dubbio che Radio Maria sia particolarmente sensibile e attenta a questa dimensione, che ne è la fonte ispirativa. Di conseguenza, è interpellata, nei suoi interventi, ad essere in perfetta sintonia con la fede genuina della Chiesa, espressa dalla Parola di Dio e dal Magistero della Chiesa (cfr in particolare il capitolo 8 della Lumen Gentium), e in consonanza con il suo discernimento. Ora, fa specie sentir dire che “per fortuna c’è Maria, che tiene sorrette le braccia della misericordia di Dio, impedendogli di scatenare la sua ira sull’umanità peccatrice”. Spero si tratti di una improvvisazione dal senso generico. È comunque improvvida. Che Maria sia Madre di misericordia non c’è dubbio. Ma è Madre di Colui che per natura è Misericordia, che non ha bisogno di nessun sostegno, interpellanza e supplica per esercitare la sua infinita misericordia. Anche se chiede di condividere sempre la sua misericordia, una volta che ne siamo stati raggiunti.
E per quanto concerne l’ “obbedienza” al discernimento dell’autorità competente della Chiesa, mi riferisco allo “schieramento” acritico nei confronti dei messaggi delle apparizioni di Medjugorie. Ancora assolutamente sotto tutela del discernimento ecclesiale. Che si possa evidenziare il fenomeno provvidenziale di una spiritualità mariana che vi si esprime, accompagnata anche da vere conversioni, è più che mai lecito. Ma andare oltre è invadere una competenza che spetta al discernimento dell’autorità ecclesiale preposta. Quando essa si sarà esplicitata, allora sarà lecito e doveroso anche Radio Maria farsene interprete e banditrice.
Per essere completo e compiere fino in fondo il mio dovere, debbo segnalare un’ultima divulgata espressione che risulta quanto meno infelice. Si tratta dell’espressione popolare di “prendere sulle nostre spalle tutte le croci che il buon Dio ci riserva in giornata”. Insinuando l’idea, pagana, che sia Dio la causa di tante nostre sofferenze e disgrazie. In realtà, Dio è dalla nostra parte per aiutarci a portare le nostre croci quotidiane, quelle che la vita e la cattiveria hanno piantato sulla nostra strada, in compagnia del Crocifisso, dando ad esse valore redentivo. Che è cosa diversa dal pensarle come confezionate da Dio come strani regali che ci riserva. Anche se Lui ci fa sempre il regalo di trasformare le croci in strumento di purificazione e di salvezza.
Carissimo padre Livio, le ho aperto il cuore. Non me ne abbia a male. Mi unisco anch’io a tutti gli utenti di Radio Maria nella preghiera, affidata alle mani materne della Madonna, perché quest’opera d’arte, qual è Radio Maria, non venga deturpata da qualche maldestro intervento, ma cresca vigorosa.
Per il resto auguro prosperità e un mondo di bene. Buon Natale, Padre Livio. E buon Natale a tutti gli utenti di Radio Maria, come a tutti gli utenti di Radio Palazzo Carli e di tutte le nostre emittenti cattoliche. Sempre disponibile ad essere corretto o a fornire ulteriori precisazioni.
+ Giuseppe Zenti