Dicono che qui appaia la Madonna. A Poggio Renatico, in aperta campagna, a due passi dalla Torre dell’Uccellino e dall’autostrada. Dicono che accada da diversi mesi, con cadenza fissa, tra fedeli che si raccolgono in preghiera, arrivando anche da fuori regione. La Curia di Bologna, alla cui giurisdizione ecclesiastica è sottoposta questa fetta di territorio ferrarese, è stata informata. Ma, tra fede sulle manifestazioni divine e posizioni di aperto scetticismo, in quella casa di via Ferrara sono centinaia i fedeli che si riuniscono in preghiera. È qui, al termine di una lunga strada sterrata, che abita quella che tutti chiamano amichevolmente la signora Giuliana. Ed è qui che, ad appuntamenti fissi, i credenti si riuniscono nella speranza di una apparizione della Madonna, la cui visione avrebbe accompagnato questa donna umile e gentile per gran parte della propria vita. Solo da qualche mese, tuttavia, la signora Giuliana avrebbe avuto facoltà di poterlo confessare. «Potrò divulgare tutto solo quando avrò ricevuto ordini dall’alto. Non è il momento di scrivere una riga», ci dice pacatamente, alludendo al suo desiderio di non finire sotto i riflettori ma non specificando se per “alto” intenda i vertici ecclesiastici o le sfere celesti. Concetti ribaditi in maniera decisamente più ostile anche da una donna che le è accanto, poco prima impegnata nell’allestimento di quello che si configura come un vero rito: «Parlerà quando avrà avuto l’ordine dall’alto – le fa eco – avete la mente troppo ristretta per capire». Il sole si appresta a tramontare. Nel cortile della corte colonica, viene steso sulla breccia un telo in plastica blu, pulito a colpi di straccio bagnato. Nel mezzo un tavolo, sopra il quale viene posta una statua della Madonna di circa 50 centimetri di altezza, portata a spalla da due uomini in un altare circondato da fiori. Tutto intorno, un semicerchio di sedie, che cresce minuto dopo minuto, con l’arrivo dei fedeli. È il 31 maggio, l’ultimo giorno del mese mariano. E la presunta apparizione è prevista alle 20.30. Lungo la strada sterrata aumenta la fila di auto parcheggiate. Alla fine, a celebrare il rosario, saranno circa 150 persone. Recitano preghiere in latino, dopo aver intonato canti. Testi contenuti su alcuni fogli distribuiti tra i presenti. In mano, hanno ceri, lumini e candele, tirati fuori da scatoloni spuntati all’improvviso. E con il calare del sole, la loro luce acquista gradualmente vigore. Ci sono fedeli abituali, che frequentano la casa della signora Giuliana con regolarità. Oppure semplici curiosi, che si trovano lì per la prima volta. Uomini, donne, bambini. Al centro dell’altare improvvisato, proprio davanti alla statua della Vergine, tre sedie disposte a triangolo. Ad una delle estremità, la signora Giuliana. Le voci intonano all’unisono le preghiere, snocciolando i grani del rosario: un vociare non interrotto nemmeno dagli schiamazzi di qualche bambino e dall’abbaiare di un cane. D’un tratto il silenzio. La signora Giuliana interrompe le preghiere. Comincia ad annuire. Si dirige verso la sedia all’estremità destra del triangolo, dove compie una sorta di inchino, mimando un gesto simile all’apertura di un’urna. Poi torna sui suoi passi, nel volto un sorriso estatico, per andare verso la sedia all’estremità sinistra. Qui allunga la mano, come se qualcuno gliela stesse stringendo. E con il volto ancora sorridente continua ad annuire bisbigliando qualcosa. Dicono che la Madonna, durante un’apparizione, abbia predetto la nascita di un santuario proprio su queste terre. Intanto la signora Giuliana, ancora estasiata, indica un punto dell’orizzonte con il dito, proprio dove il sole tramonta. Tutti i fedeli si voltano a fissare a lungo quella gigantesca palla di colori sfavillanti tra le nubi. Alcuni indicano lo stesso punto, come se abbiano avuto anch’essi la visione. Altri si interrogano su ciò che sta accadendo. Come un bimbo, che si avvicina alla mamma e chiede: «Ma dov’è la Madonna? Non la vedo...». O un signore, che più prosaicamente si rivolge alla moglie: «Ho perso le chiavi dell’auto. Le hai mica tu?». La maggior parte dei presenti, invece, continua a fissare il sole, fino quasi ad accecarsi. E, in un’atmosfera suggestiva, mentre il vento continua a sussurrare, riprende il rituale della preghiera. Ad libitum.
Intervento in occasione della festa del Sacro Cuore: "Così si compromette la dottrina cristiana"
Piacenza - La presunta consegna di un’ostia da parte della Madonna a Celeste Orbetelli, il piacentino che da dieci anni, dopo la morte del figlio, tutti i giovedì sera, raduna una folla di fedeli in un campo tra Mucinasso e San Bonico sostenendo di assistere alle apparizioni della Madonna e di parlare con lei. Bastavano già i raduni ad alimentare “il rischio di compromettere la dottrina cristiana”. Ma ora anche il vescovo Gianni Ambrosio, dopo gli ultimi sviluppi, è intervenuto in occasione della Festa del Sacro Cuore per manifestare tutti i suoi dubbi mettendo in guardia lo stesso Celeste Orbetelli e i fedeli. Ecco il passaggio in questione del suo discorso:
1. Sappiamo che, da quasi dieci anni, dal 2004, a san Bonico avvengono ‘fatti’ che richiamano parecchie persone. Con la dovuta discrezione, nel 2009 ho affidato ad una Commissione il compito di raccogliere gli elementi utili per un’adeguata valutazione per l’opportuno discernimento. In particolare la Commissione ha evidenziato il rischio di compromettere la dottrina cristiana, sia per le omissioni o carenze nei messaggi che il signor Celeste Obertelli riceverebbe dalle presunte apparizioni della Madonna, sia per il linguaggio usato in questi messaggi, poco in linea con la tradizione cristiana. Con una lettera e in un colloquio personale, il 15 febbraio 2001 ho invitato il signor Celeste ad essere vigile per non trovarsi, al di là delle sue intenzioni, lontano dalla Dottrina Cattolica.
Recentemente è accaduto un ‘fatto’ che coinvolgerebbe l’Eucaristia. La Madonna avrebbe consegnato al signor Celeste un’ostia. In un recente colloquio con il signore Celeste e la sua famiglia, alla presenza del suo parroco, ho ribadito che il rischio, già evidenziato in precedenza, è diventato ancor più vistoso. Per cui ho insistito affinché la vita cristiana di Celeste e della sua famiglia sia sostenuta dalla Parola del Signore, dai Sacramenti e dal Magistero della Chiesa. Poiché era presente un sacerdote della diocesi di Parma al quel ‘fatto’ in cui la Madonna avrebbe messo nelle mani di Celeste un’ostia, ho informato il Vescovo di Parma che ha invitato il sacerdote a non partecipare ad altri incontri.
Il 23 maggio 2013, nel 463° incontro, la Madonna avrebbe promesso di portare ancora “il Corpo di Cristo”. Vi leggo il messaggio: La Madonna appare, bellissima, nella grande luce con le mani giunte, con i 3 soliti angeli vicino, scende sul campo, si abbassa, resta qualche minuto a guardarci sorridente, chiede a Celeste di allungare la mano sinistra e Lei gliela tocca con la Sua mano destra, poi allarga le mani e dice: “Come ti ho promesso, davanti a tutti presto ti porterò il Corpo di Cristo ancora, proprio lì da quella mano, da dove hai già preso l’altro. Ti raccomando figlio mio, non lamentarti mai ti prego, non sei mai da solo, prega, il Signore non ti abbandonerà. Dì a tutti di pregare ti prego, diglielo. Portate con voi un angelo che stasera vi mando in mezzo a voi, con la benedizione che vi faccio sarà lì, in mezzo a voi per liberarvi, per aiutarvi. Ti raccomando prega, prega sempre di più. Vi benedico tutti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.”
La Madonna benedice, poi chiude le mani, sale nella luce con i 3 soliti angeli e scompare”.
Se già era inopportuna la partecipazione a questi incontri soprattutto da parte di sacerdoti, a maggior ragione diventa ancor più inopportuna la partecipazione ad incontri in cui venisse portato il “Corpo di Cristo”. Sarebbe anzi motivo di turbamento e forse anche di scandalo dei fedeli. Per cui ho il dovere di raccomandare ai sacerdoti di non partecipare a questi incontri. Peraltro, a quanto mi risulta, nessun sacerdote piacentino ha finora partecipato. Ma andrei oltre: con prudenza e con delicatezza, cerchiamo di invitare anche i nostri fedeli a non partecipare a questi incontri.
È il caso di ricordare alcuni versi del saggio Dante che nel Paradiso, canto V, versi 73-78, scrive:
Siate, Cristiani, a muovervi più gravi:
non siate come penna ad ogni vento,
e non crediate ch’ogni acqua vi lavi.
Avete il novo e ’l vecchio Testamento,
e ’l pastor de la Chiesa che vi guida;
questo vi basti a vostro salvamento.
Lo scorso sabato 7 settembre, nella meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae, Papa Francesco, parlando sul tema “Non c’è cristiano senza Gesù” ha criticato i cristiani “rivelazionisti” e ha espresso le sue forti riserve verso le presunte apparizioni di Medjugorie.
Il sito ufficiale della Santa Sede e l’”Osservatore Romano” hanno però purgato le sue parole del riferimento a Medjugorie, limitandosi a riferirle in questi termini. «C’è un altro gruppo di cristiani senza Cristo: quelli che cercano cose un po’ rare, un po’ speciali, che vanno dietro a delle rivelazioni private», mentre la Rivelazione si è conclusa con il Nuovo Testamento. Il Santo Padre ha avvertito in questi cristiani la voglia di andare «allo spettacolo della rivelazione, a sentire delle cose nuove». Ma — è l’esortazione che Papa Francesco rivolge loro — «prendi il Vangelo!».
Le omelie pronunciate a braccio dal Santo Padre nella cappellina di Casa Santa Marta, dove egli risiede e dove, quasi ogni mattina, celebra la Santa Messa assieme a vari gruppi di fedeli, non sono atti di Magistero, ma spesso vengono presentate come tali. Esse esprimono comunque il pensiero del Papa e anticipano talvolta i suoi atti di governo. Sarebbe importante che, come per altre omelie, fosse messo a disposizione dei fedeli il dvd contenente il testo integrale del suo discorso.
Il prossimo 13 ottobre ai piedi della Statua della Madonna di Fatima, Papa Francesco, consacrerà il mondo al Cuore Immacolato di Maria e avrà modo certamente di parlare del ruolo delle apparizioni mariane nell’economia della salvezza. Considerato il carattere e il modo di governo del Papa è difficile che, in pubblico o in privato, egli si sottragga ad esprimere la sua posizione sul caso scottante di Medjugorie su cui nel 2010 la Santa Sede ha istituito una speciale commissione internazionale d’inchiesta, presieduta dal cardinale Camillo Ruini e composta da 13 membri permanenti. I risultati definitivi di questa inchiesta saranno sottoposti prossimamente a Papa Francesco per una decisione definitiva. (E.B.)
Reverendo Monsignor Jenkins,
Le scrivo su richiesta di Sua Eccellenza, Reverendissimo Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale richiede che i Vescovi degli Stati Uniti siano avvisati, un’altra volta, dei seguenti fatti (con riferimento alla mia lettera del 27 febbraio 2013, con lo stesso numero di protocollo). Così, sua Eccellenza desidera informare i Vescovi che uno dei cosiddetti veggenti di Medjugorje, il signor Ivan Dragicevic, sarà presente ad alcuni incontri in alcune parrocchie del Paese, durante i quali illustrerà fatti riguardanti il fenomeno di Medjugorje. È stato anche anticipato che il Signor Dragicevic avrà le “apparizioni” durante questi incontri.
Come lei ben sa, la Congregazione per la Dottrina della Fede sta indagando su alcuni aspetti dottrinali e disciplinari del fenomeno di Medjugorje. Per questa ragione, la Congregazione ha affermato che, a riguardo della credibilità delle “apparizioni” in oggetto, tutti debbano accettare la dichiarazione, datata 10 aprile 1991, dai Vescovi della ex Repubblica Jugoslava, che dice: «Sulla base delle ricerche che sono state condotte, non è possibile affermare che ci siano state apparizioni o rivelazioni soprannaturali». Ne deriva, perciò, che i chierici e i fedeli non possono partecipare ad incontri, conferenze, o celebrazioni pubbliche in cui la credibilità di queste “apparizioni” venga data per certa.
Con lo scopo, quindi, di evitare scandali e confusione, l’Arcivescovo Muller richiede che i Vescovi siano informati del caso appena possibile. Colgo questa opportunità per presentare i miei sentimenti di profonda stima, e rimango
Sinceramente Vostro in Cristo
Carlo Maria Viganò
Nunzio Apostolico
PS Evidenziatura personale.